Yahoo Italia Ricerca nel Web

Risultati di ricerca

  1. A questo territorio nel 1657 Federico Guglielmo I aveva aggiunto il ducato di Kleve e quello di Prussia, assicurandosi la sovranità della casata sui nuovi possedimenti.

  2. Filippo Cirillo Federico Guglielmo Maurizio Throw Tanko di Prussia (nato il 23 aprile 1968) La coppia divorziò nel 1975. Fu un matrimonio morganatico e fu costretto a rinunciare ai suoi diritti sul trono imperiale tedesco. Suo padre scelse come suo successore il suo terzo figlio, il principe Luigi Ferdinando. Nel 1977, dopo la morte improvvisa ...

  3. L’editto imperiale, emanato il 27 novembre 1887, delegava il figlio primogenito di Federico, Guglielmo, a succedere al padre ancor prima della sua morte fisica. Bismarck non voleva infatti che Federico salisse al trono per la sua nota amicizia con l’Inghilterra, a cui lo legava anche la parentela con la regina Vittoria.

  4. Così, sotto il breve regno di Federico Guglielmo la Prussia raggiungeva un grande accrescimento territoriale, dovendosi aggiungere agli acquisti fatti verso oriente l'accessione alla Prussia nel 1793 dei margraviati della Franconia Anspach e Bayreuth: sì che il regno occupava ormai circa 320.000 kmq., con circa 8.700.000 abitanti.

  5. FEDERICO GUGLIELMO DI PRUSSIA. Principe ereditario di Germania. Nato a Potsdam il 1 ottobre 1831, ebbe una vita intensa come comandante dell'esercito prussiano ma travagliata sia a causa dei contrasto con il padre, il Kaiser Guglielmo I° ma soprattutto per la sua salute. Infatti gli venne diagnosticato un cancro alla laringe mal diagnosticato ...

  6. 1688-1711: Filippo Guglielmo, Principe in Prussia, Margravio di Brandeburgo-Schwedt; 1731-1771: Federico Guglielmo, Principe in Prussia, Margravio di Brandeburgo-Schwedt; 1771–1788: Federico Enrico, Principe in Prussia, Margravio di Brandeburgo Schwedt; Nel 1788 il titolo venne incorporato al Regno di Prussia.

  7. Quando avvenne l'assassinio di Sarajevo (29 giugno 1914) G. II, dopo un consiglio tenuto a Potsdam il 5 luglio, al quale intervennero i rappresentanti dei due gabinetti di Vienna e di Budapest, sembra avesse dichiarato che l'Austria poteva contare sulla sua fedeltà, e che anzi avrebbe rimpianto non si dovesse trarre profitto dell'occasione che si era presentata così favorevole.