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  1. Nelle Naturales quaestiones è presente anche un certo sperimentalismo, ma si tratta però di un approccio deduttivo, non induttivo. Esso, infatti, non ha lo scopo di individuare nuove leggi di natura, ma piuttosto quello di confermare osservazioni già fatte, verificare ipotesi già ampiamente formulate da altri.

  2. Analisi della ricezione delle Naturales quaestiones, sia come opera filosofica che come trattato scientifico. Dopo un periodo di grande diffusione fra antichità e medioevo, la fortuna di quest'opera va declinando drasticamente a partire da Galileo; al contrario, come opera filosofica rimane in auge nel neostoicismo francese del '600, e non manca di lasciare traccia anche in epoca moderna.

  3. At si illos aquilo propelleret, ad meridiem semper agerentur quo uentus hic nititur. Atqui uarie cucurrerunt, alii in ortum, alii in occasum, omnes in flexum; quod iter non daret uentus. Deinde, si aquilonis illos impetus a terris in altum leuaret, aliis uentis non orirentur cometae. Atqui oriuntur. VIII.

  4. 19 lug 2021 · Post su “Naturales quaestiones” scritto da Francesco Cerato. di Lucio Anneo Seneca, Questioni naturali, a cur. di R. MUGELLESI, Milano 2004, pp. 564-567. Il libro VII delle Naturales quaestiones riguarda il fenomeno delle comete, sulla cui natura gli antichi avevano elaborato diverse teorie.

  5. T. H. Corcoran, Seneca, Naturales Quaestiones, London and Cambridge, Massachusetts, 1971-2. See particularly M. Winterbottom, CR 26, 1976, 46-8. 2. A few changes are listed on p. 17-18, mostly the choice of a particular supplement or conjecture where the edition had only indicated the corruption.

  6. 9 ott 2017 · Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Prefatio 01 - 17. 1. 2. ». [1] Quantum inter philosophiam interest, Lucili virorum optime, et ceteras artes, tantum interesse existimo in ipsa philosophia, inter illam partem quae ad homines, et hanc quae ad deos, spectat. Altior est haec, et animosior: multum permisit sibi: non ...

  7. Per i filosofi greci la physis va studiata per comprendere l’armonia nascosta che regola il mondo vivente, mentre per i romani - Plinio il Vecchio e Seneca - questo studio ha valore se promuove il progresso morale dell’umanità. Lucrezio nel De rerum natura oscilla tra un’ammirata soggezione e lo sgomento di chi è consapevole della propria finitezza.