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  1. Nel suo diario “Il Mestiere di vivere” (1935-1950) Cesare Pavese annota i suoi pensieri e le sue percezioni in forma di appunti frammentari e aforismi. Presento una raccolta delle frasi più belle di Cesare Pavese.

  2. Cesare Pavese Frasi e Citazioni. “Una donna che non sia stupida, presto o tardi, incontra un rottame umano e si prova a salvarlo. Qualche volta ci riesce. Ma una donna che non sia una stupida, presto o tardi trova un uomo sano e lo riduce a rottame. Ci riesce sempre.”.

  3. Frasi, citazioni e aforismi di Cesare Pavese. 218 in italiano. “L'arte di vivere è l'arte di saper credere alle bugie.” Cesare Pavese. Condividi Tweet. Filtra per argomento. donne (12) morte (12) vivere (12) amore (11) innamoramento (9) sofferenza (9) solitudine (9) ricordi (8) suicidio (6) destino (5) guerra (5)

    • Citazioni Di Cesare Pavese
    • Dialoghi Con Leucò
    • IL Carcere
    • IL Compagno
    • IL Diavolo Sulle Colline
    • IL Mestiere Di Vivere
    • La Bella Estate
    • La Casa in Collina
    • La Letteratura Americana
    • La Luna E I Falò
    [...] con R.L.S.entra nella prosa narrativa inglese, assumendovi un esotico fascino, la lezione di stile dei naturalisti francesi, la scelta della parola esatta, insostituibile, il senso del colore...
    Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.
    Tu non sai le colline | dove si è sparso il sangue. | Tutti quanti fuggimmo | tutti quanti gettammo | l'arma e il nome.(9 novembre 1945)

    Incipit

    Cesare Pavese, che molti si ostinano a considerare un testardo narratore realista, specializzato in campagne e periferie americano-piemontesi, ci scopre in questi Dialoghi un nuovo aspetto del suo temperamento. Non c'è scrittore autentico, il quale non abbia i suoi quarti di luna, il suo capriccio, la musa nascosta, che a un tratto lo inducono a farsi eremita. Pavese si è ricordato di quand'era a scuola e di quel che leggeva: si è ricordato dei libri che legge ogni giorno, degli unici libri c...

    Citazioni

    1. La Nube. Ho paura. Ho veduto le cime dei monti. Ma non per me, Issione. Io non posso patire. Ho paura per voi che non siete che uomini. Questi monti che un tempo correvate da padroni, queste creature nostre e tue generate in libertà, ora tremano a un cenno. Siamo tutti asserviti a una mano più forte. I figli dell'acqua e del vento, i Centauri, si nascondono in fondo alle forre. Sanno di essere mostri. [...] La morte, ch'era il vostro coraggio, può esservi tolta come un bene. Lo sai questo?...

    Incipit

    Stefano sapeva che quel paese non aveva niente di strano, e che la gente ci viveva, a giorno a giorno, e la terra buttava e il mare era il mare, come su qualunque spiaggia. Stefano era felice del mare, venendoci, lo immaginava come la quarta parete della sua prigione, una vasta parete di colori e di frescura, dentro la quale avrebbe potuto inoltrarsi e scordare la cella.

    Citazioni

    1. La gioia di riavere una porta da chiudere e aprire, degli oggetti da riordinare – che era tutta la gioia della sua libertà – gli era durata a lungo, come una umile convalescenza. Stefano ne sentì presto la precarietà, quando le scoperte ridivennero abitudini; ma vivendo quasi sempre fuori, riservò per la sera e la notte il suo senso d'angoscia. 2. Nessuno si fa casa di una cella, e Stefano si sentiva sempre intorno le pareti invisibili. A volte, giocando alle carte nell'osteria, fra i visi...

    Incipit

    Mi dicevano Pablo perché suonavo la chitarra. La notte che Amelio si ruppe la schiena sulla strada di Avigliana, ero andato con tre o quattro a una merenda in collina – mica lontano, si vedeva il ponte – e avevamo bevuto e scherzato sotto la luna di settembre, finché per via del fresco ci toccò cantare al chiuso. Allora le ragazze si erano messe a ballare. Io suonavo – Pablo qui, Pablo là – ma non ero contento, mi è sempre piaciuto suonare con qualcuno che capisca, invece quelli non volevano...

    Citazioni

    1. Pensavo, invece, rientrando la sera, ai discorsi che avevo fatto con tutti ma a nessuno avevo detto ch'ero solo come un cane, e non mica perché non ci fosse più Amelio – anche lui mi mancava per questo. Forse a lui l'avrei detto che quell'estate era l'ultima e tra osterie, negozio e chitarra ero stufo. Lui le capiva queste cose. (p. 329) 2. Non gli dissi ch'ero uscito con Linda. Adesso, prima cosa si sentiva quel profumo. La finestra era aperta, ma nel freddo sentivo il profumo. Guardavo i...

    Explicit

    Parlammo ancora di Torino e della casa. Lei mi parlò di Carlottina e di mia madre. – Le vedrò quando verrò a Torino? – diceva. Tornammo a piedi, verso sera. C'era un sole d'oro fra le pietre e le piante. Era l'ora che in carcere battono i ferri. Raccontai a Gina di Amelio. Lei stette a sentire, tenendomi il braccio. – Verrà a Roma, – le dissi, – verrà anche lui. Come gli altri. Poi ci lasciammo sulla porta del negozio. Era già notte.

    Sei sì o no persuaso che lo stato dell'uomoè la debolezza? Come puoi sollevarti se prima non precipiti? (V)
    Non c'è niente che sappia di morte più del sole in estate della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto...
    Pensai a quanti luoghici sono nel mondo che appartengono così a qualcuno, che qualcuno ha nel sangue e nessun altro li sa. (IX)
    Non sai che quello che ti tocca una volta si ripete? Che come si è reagito una volta, si reagisce sempre? Non è mica per caso che ti metti nei guai. Poi ci ricaschi. Si chiama il destino. (XI)

    Incipit

    Che qualcuna delle ultime poesie sia convincente, non toglie importanza al fatto che le compongo con sempre maggiore indifferenza e riluttanza. Nemmeno importa molto che la gioia inventiva mi riesca qualche volta oltremodo acuta. Le due cose, messe insieme, si spiegano coll'acquisita disinvoltura metrica, che toglie il gusto di scavare da un materiale informe, e insieme interessi miei di vita pratica che aggiungono un'esaltazione passionale alla meditazione su certune poesie. (6 ottobre 1935)

    Citazioni

    1. La vita senza fumo è come il fumosenza l'arrosto. (20 dicembre 1935) 2. Quale mondo giaccia di là di questo mare non so, ma ogni mare ha l'altra riva, e arriverò. (16 febbraio 1936) 3. Il futuro verrà da un lungo dolore e un lungo silenzio. (16 febbraio 1936) 4. Bisogna osservare bene questo: ai nostri tempi il suicidioè un modo di sparire, viene commesso timidamente, silenziosamente, schiacciatamente. Non è più un agire, è un patire. (24 aprile 1936) 5. L'unico modo di sfuggire all'abisso...

    Explicit

    La cosa più segretamente temuta accade sempre. Scrivo: o Tu, abbi pietà. E poi? Basta un po' di coraggio. Più il dolore è determinato e preciso, più l'istinto della vita si dibatte, e cade l'idea del suicidio. Sembrava facile, a pensarci. Eppure donnette l'hanno fatto. Ci vuole umiltà, non orgoglio. Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più. (18 agosto 1950)

    Incipit

    A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era cosí bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, e magari venisse giorno all'improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare camminare fino ai prati e fin dietro le colline. – Siete sane, siete giovani, – dicevano, – siete ragazze,...

    Citazioni

    1. Pieretto diceva che la vecchia pretesa di trovare intatta la donna era un residuo dello stesso gusto – la sciocca mania di arrivare primo. Diceva che il gusto dell'intatto e del selvaggio era il gusto di spargere il sangue. Si fa all'amoreper ferire, per spargere sangue. Il borghese che si sposa e pretende una vergine, vuole cavarsi anche lui questa voglia. 2. È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà. Si può toccar...

    Incipit

    Già in altri tempi si diceva la collina come avremmo detto il mare o la boscaglia. Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere. Per esempio, non vedevo differenza tra quelle colline e queste antiche dove giocai bambino e adesso vivo: sempre un terreno accidentato e serpeggiante, coltivato e selvatico, sempre strade, cascine e burroni. Ci salivo la sera come se anch'io fuggissi il soprassalto notturno deg...

    Citazioni

    1. Non avevo tristezze, sapevo che nella notte la città poteva andare tutta in fiamme e la gente morire. I burroni, le ville e i sentieri si sarebbero svegliati al mattino calmi e uguali. (I; p. 3) 2. Con la guerradivenne legittimo chiudersi in sé, vivere alla giornata, non rimpiangere piú le occasioni perdute. Ma si direbbe che la guerra io l’attendessi da tempo e ci contassi, una guerra cosí insolita e vasta che, con poca fatica, si poteva accucciarsi e lasciarla infuriare, sul cielo delle...

    Explicit

    Io non credo che possa finire. Ora che ho visto cos'è guerra, cos'è guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: – E dei caduti che facciamo? perché sono morti? – Io non saprei cosa rispondere. Non adesso, almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero.

    Perché questo è l'ostacolo, la crosta da rompere: la solitudine dell'uomo – di noi e degli altri. (da Ritorno all'uomo; p. 198)
    La vita di ogni artista e di ogni uomo è come quella dei popoli un incessante sforzo per ridurre a chiarezza i suoi miti. (da Del mito, del simbolo e d'altro; p. 274)

    Incipit

    C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch'io possa dire «Ecco cos'ero prima di nascere». Non so se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei...

    Citazioni

    1. Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. (I) 2. Non era un paese che uno potesse rassegnarsi, posare la testa e dire agli altri: "Per male che vada mi conoscete. Per male che vada lasciatemi vivere". Era questo che faceva paura. (III) 3. I veri acciacchi dell'età sono i rimorsi. (VIII) 4. – Che cos'è questa valle...

    Explicit

    [...] gli chiesi se Santa era sepolta lì. – Non c'è caso che un giorno la trovino? Hanno trovato quei due... Nuto s'era seduto sul muretto e mi guardò col suo occhio testardo. Scosse il capo. – No, Santa no, – disse, – non la trovano. Una donna come lei non si poteva coprirla di terra e lasciarla così. Faceva ancora gola a troppi. Ci pensò Baracca. Fece tagliare tanto sarmento nella vigna e la coprimmo fin che bastò. Poi ci versammo la benzina e demmo fuoco. A mezzogiorno era tutta cenere. L'...

  4. 16 gen 2024 · Ecco quindi le più belle e famose frasi di Cesare Pavese sull’amore, la vita, l’amicizia e molto altro. Scoprile subito! Aforismi, citazioni e frasi di Cesare Pavese

  5. Raccolta delle frasi e le poesie più belle di Cesare Pavese estrapolate dai suoi libri più importanti come "La luna e i falò", "La Casa in Collina" e dal diario "Il mestiere di vivere".

  6. L'unica gioia al mondo è cominciare. E' bello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante. — Cesare Pavese. Le cose si ottengono quando non si desiderano più. — Cesare Pavese. Non sarebbero uomini, se non fossero tristi. La loro vita deve pur morire.