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  1. Terra nullius (al plurale, terrae nullius) è una locuzione latina derivata dal diritto romano che significa letteralmente "terra che non appartiene a nessuno" [1] . Indice. 1 Nozione. 2 Casi di terra nullius. 2.1 Terra di Palestina. 2.2 Terra di Marie Byrd. 2.3 Bir Tawil. 2.4 Gornja Siga e aree di confine tra Serbia e Croazia.

  2. Il termine latino terra nullius, che significa “terra di nessuno” è usato per riferirsi a terre non associate a uno specifico sovrano o governo. Mentre il termine implica che la terra è vuota, in realtà è stato spesso usato per descrivere regioni abitate da popolazioni indigene, come l’Australia.

  3. 15 dic 2023 · La scoperta di nuove Terra Nullius potrebbe continuare a rimodellare la nostra percezione di confini e territori. Mondo. Sab Dic 16 , 2023. Esplora Terra Nullius: Bir Tawil, Marie Byrd...

  4. 28 ago 2019 · Ci sono due luoghi sulla terra che non appartengono a nessuna nazione e per questo hanno l’appellativo di “terre nullius, cioè “terre di nessuno”. Una si chiama Marie Byrd. E’ una striscia di terra che va dal polo sud alla costa antartica con una estensione di oltre 1.600.000 chilometri quadrati.

  5. 28 nov 2018 · Australia: terra nullius. Quest’articolo è disponibile anche in: Spagnolo. Nell’Europa del 17mo e 18mo secolo, il concetto di terra nullius indicava un territorio non popolato e quindi pronto ad essere legittimamente conquistato dal primo Paese che ci piantasse la bandiera. Passato di bocca in bocca nelle corti europee dopo la scoperta ...

  6. Terra nullius (/ ˈ t ɛr ə ˈ n ʌ l ɪ ə s /, plural terrae nullius) is a Latin expression meaning "nobody's land". Since the nineteenth century it has occasionally been used in international law as a principle to justify claims that territory may be acquired by a state's occupation of it.

  7. Terra nullius. Ghiare, siti alluvionali e incolti nella piana del Po di età moderna, in La gestione delle risorse collettive nell’Italia settentrionale (secoli XII-XVIII), a cura di G. Alfani, R. Rao, Milano, FrancoAngeli, 2011, pp. 157-173