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Il termine Olocausto indica il genocidio di sei milioni di ebrei, di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista, i loro alleati e i collaborazionisti. Gli ebrei furono le principali vittime tra i gruppi ritenuti dai nazisti "indesiderabili" o "inferiori" per motivi politici o razziali. [1]
L’Olocausto fu la persecuzione e l’uccisione sistematica, organizzata dallo Stato, di sei milioni di ebrei europei da parte del regime tedesco nazista, dei suoi alleati e dei suoi collaboratori. 1 Oltre a perpetrare l’Olocausto, la Germania nazista perseguitò e assassinò milioni di altre vittime.
Lo storico pioniere dell’Olocausto Raul Hilberg sostenne che l’odio per gli ebrei si fosse evoluto nel corso dei secoli, ma con notevoli continuità nei metodi e negli obiettivi: “I missionari cristiani avevano infatti detto: non hai il diritto di vivere in mezzo a noi come ebreo.
Le vittime dell'Olocausto sono state tutte quelle persone che vennero uccise a seguito delle misure di persecuzione razziale e politica, di pulizia etnica e di genocidio, messe in atto dal regime nazista del Terzo Reich e dai loro alleati, tra il 1933 e il 1945.
L’ Olocausto fu la persecuzione sistematica attuata dallo Stato e l’assassinio di 6 milioni di ebrei europei ad opera del regime nazista tedesco, dei suoi alleati e dei suoi collaboratori.
L’Olocausto fu il tentativo di uccidere gli ebrei d’Europa da parte della Germania nazista, dei suoi alleati e di altri collaboratori.
Termine ebraico («tempesta devastante», dalla Bibbia, per es. Isaia 47, 11) col quale si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale; è vocabolo preferito a olocausto in quanto non richiama, come quest’ultimo, l’idea di un sacrificio inevitabile.