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  1. Predappio Alta ( La Prè in romagnolo, come il capoluogo) è una delle frazioni più importanti del comune di Predappio. Con circa 500 abitanti, sorge a circa 20 km dal capoluogo di provincia, Forlì, e a circa 3 km dalla sede comunale.

  2. it.wikipedia.org › wiki › PredappioPredappio - Wikipedia

    Predappio è un comune italiano di 6 289 abitanti della provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna.

  3. Predappio, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Predappio dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo. Sebbene sia prevalentemente conosciuta per aver dato i natali a Benito Mussolini, la cittadina di Predappio è molto più di questo. La sua ubicazione in terra romagnola entro i confini ...

  4. Dentro l’antico Borgo. Itinerario turistico. Partendo da Piazza Cavour passiamo sotto la porta Fiorentina, detta anche Portaccia , che costituiva e ancora oggi costituisce l’ingresso al castello e proseguiamo su quella che senza dubbio è la via più vecchia del paese (via Garibaldi). Sulla sinistra possiamo vedere la via Umberto I che ...

  5. Predappio Alta (230m s.l.m.), conosciuta anche come “la Prè”, è un antico borgo costruito intorno alla Rocca che domina il paese e la valle del fiume Rabbi. Il paese, in passato, è stato comune fino al 1927. In seguito tutto fu trasferito nella contrada denominata Dovia, l’attuale Predappio, contraddistinta dall’appellativo “Nuova ...

  6. Pro Loco. La Pro Loco di Predappio Alta è un’associazione senza fini di lucro costituitasi il XXXXXXX con atto notarile stipulato dai Soci Fondatori, atto con cui si definì anche lo Statuto. L’Associazione nacque grazie ad un Comitato Promotore costituito da persone che sentirono la necessità di uno strumento per organizzare attorno a se ...

  7. Presepe. Le grotte della zolfatara. Le Grotte della Zolfatara, presenze caratteristiche dell’ambiente naturale predappiese, sono il prodotto dell’attività estrattiva dello zolfo, in passato fonte di reddito per le famiglie locali. Appartenute prima alla famiglia Manzoni poi all’Anic di Ravenna furono abbandonate verso il 1950.