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  1. Gian Francesco Trivulzio ( 5 ottobre 1509 [1] – Mantova, 14 luglio 1573) è stato un nobile e condottiero italiano . Indice. 1 Biografia. 1.1 Infanzia. 1.2 Matrimonio. 1.3 Carriera politica. 1.4 Ultimi anni e morte. 2 Discendenza. 3 Ascendenza. 4 Note. 5 Bibliografia. 6 Altri progetti. Biografia. Infanzia.

  2. Gian Giacomo Trivulzio ( Milano, 24 giugno 1442 – Arpajon, 5 dicembre 1518) è stato un militare e politico italiano naturalizzato francese, spregiudicato nelle azioni e coinvolto nelle complesse vicende che ebbero come posta il dominio dei territori della signoria di Milano tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI . Indice. 1 Biografia.

  3. TRIVULZIO, Gian Giacomo detto il Magno. – Nacque a Crema il 24 giugno 1442, secondo dei tre figli di Antonio, condottiero milanese, e di Franceschina Aicardi Visconti, di famiglia di recente nobiltà. Il luogo di nascita è attestato dal cremasco Pietro Terni, suo segretario ( Historia, 1964, p. 27), la data dal pronostico astrologico ...

  4. 6 feb 2010 · A Milano il Odet de Foix tiene agli arresti domiciliari Beatrice d’Avalos e il nipote Gian Francesco. Gian Giacomo è discolpato dall’accusa di sovversione e può tornare a casa. Anche suo figlio naturale Camillo, che lo accusava di avergli sottratto la terra di Galliate, perde la causa.

  5. Trivùlzio, Gian Francesco Enciclopedia on line Generale milanese (n. 1504 - m. 1573), nipote ed erede di Gian Giacomo il Magno; generale di cavalleria di Francesco I di Francia.

  6. Gian Francesco; II Marchese di Vigevano; Stemma: In carica: 1518 – 1573: Predecessore: Gian Giacomo: Erede: Giangiacomo Successore: Titolo estinto: Trattamento: Sua Eccellenza Don: Altri titoli: Gran Cacciatore e Falconiere del Ducato di Milano Conte di Musocco: Morte: Mantova, Ducato di Mantova (oggi Italia), 14 luglio 1573: Dinastia ...

  7. TRIVULZIO, Gian Giacomo. Paolo Pedretti. – Nacque a Milano il 22 luglio 1774, secondogenito del marchese Giorgio Teodoro e di Maria Cristina Cicogna Mozzoni. Fu educato dall’abate Vincenzo Buttori, da Giuseppe Biamonti, dal domenicano Carlo Rovelli e dal barnabita Francesco Luigi Fontana.