Yahoo Italia Ricerca nel Web

Risultati di ricerca

  1. 8 mar 2021 · Luca Ronconi ha attraversato da assoluto protagonista la scena teatrale italiana e europea degli ultimi cinquant’anni, ricevendo spesso contestazioni feroci al suo lavoro e alla dimensione dei suoi allestimenti, tappe di un avvolgente e tumultuoso viaggio di scommesse impossibili, progetti di straordinaria complessità, rivoluzione e utopia.

  2. Ronconi L, Facoetti A, Bulf H, Franchin L, Bettoni R, Valenza, E (2014). Paternal autistic traits are predictive of infants visual attention. Journal of Autism and Developmental Disorders , 44 (7), 1556-1564.

  3. C'è l'infinito matematico, cioè l'infinito del calcolo o dell'impossibilità del calcolo. L'infinito fisico, con un'infinità di temperature e densità che stanno all'origine dell'universo. Infine, un infinito che ha un'accezione più religiosa, l'infinito trascendentale.

  4. Era il 1970, e Luca Ronconi pensava già a Gli ultimi giorni dell'umanità. Karl Kraus gli offre direttamente quello che il poema di Ariosto gli permise di sperimentare. La pièce è costruita con sequenze disuguali e spostabili. Essa deflagra in tutti i sensi, passa da un luogo all'altro, comporta un numero incalcolabile di personaggi.

  5. Le parole di Luca Ronconi. Molti sono stati gli ostacoli per mettere in scena le Baccanti di Prato. Il primo: realizzare le Baccanti con un’attrice sola comportava l’abolizione di tutti i cardini drammaturgici e il testo che l’attrice diceva era quello del libro, non quello del teatro. Il personaggio, così, non era più una figura ...

  6. Le parole di Luca Ronconi. Leggi l'intervista dal programma di sala. Si ha l'impressione - e qui per me sta la sua curiosità, il fascino del testo - che tutti i personaggi abbiano qualche difficoltà a comunicare fra di loro e che l'unico elemento in grado di metterli in comunicazione sia un oggetto, cioè il ventaglio: un'invenzione singolare ...

  7. Le parole di Luca Ronconi. Nell’ "Orestea" il rifiuto dell’univocità si strutturava intorno alla domanda su come si potessero dire quelle parole, mettendosi fuori da una tradizione di continuità. Nulla di più lontano dalla voglia di fare un Eschilo nostro contemporaneo, come non avevo voluto fare uno Shakespeare nostro contemporaneo ...