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  1. Tre anni dopo, in seguito al trattato di Campofranco (27 ottobre 1288), il re di Aragona riceveva in ostaggio Ludovico e Roberto, e nel marzo successivo il quartogenito di Carlo II, Raimondo Berengario. La prigionia, per R., durò fino agli ultimi mesi del 1295, quando, auspice il papa, fu firmata la pace tra Giacomo d'Aragona e Carlo II.

  2. Sepolcro di Roberto d’Angiò, 1343-1345. Napoli, Basilica di Santa Chiara Il giudizio che i fiorentini tributarono alla signoria di Roberto fu nel complesso senz’altro positivo (sta a dimostrarlo, fra le altre cose, la signoria concessa nel gennaio del 1326 al figlio Carlo di Calabria ).

  3. www.nobili-napoletani.it › Case_regnanti_AngioiniCase regnanti - Gli Angioini

    Nel 1343 Roberto d’Angiò muore nella chiesa di Santa Chiara, compianto dal popolo e dalla moglie Sancia di Maiorca († Napoli, 1345, lasciando come erede al trono la nipote Giovanna. Napoli, busti di Roberto d'Angiò (1276 † 1343) e della moglie Sancha d'Aragona (1285 † 1345)

  4. Andrea d'Angiò, noto anche come Andrea d'Ungheria ( 30 ottobre 1327 – Aversa, 18 settembre 1345 ), figlio di Carlo I d'Ungheria e di Elisabetta di Polonia, fu il primo marito di Giovanna I di Napoli, al tempo del matrimonio erede al trono di regno di Napoli . A sei anni venne fatto sposare alla lontana parente Giovanna, nipote e unica ...

  5. Roberto d’Angiò nacque a Napoli nel 1278, da re Carlo II lo Zoppo e da Maria d’Ungheria. Trascorse parte della giovinezza, dal 1288 al 1295, in Catalogna come ostaggio del re di Sicilia Federico III d’Aragona , con cui Napoli era in guerra a seguito della rivoluzione del Vespro del 1282.

  6. D'Angio', Roberto Personale docente. E' possibile trovare la persona: Edificio 1 Piano Terra. Telefono: 0331 572348 Fax: 0331 483447 E-Mail: rdangio@liuc.it Dall'interno dell'Ateneo è sufficiente comporre le ultime 3 cifre del numero telefonico

  7. Ludovico, che nel 1296 aveva abdicato al trono del padre Carlo II d'Angiò in favore di Roberto per entrare nell'ordine francescano, al momento della realizzazione della tavola era appena stato canonizzato; il nuovo re di Napoli, quindi, con questo dipinto intese creare un manifesto politico che legittimasse il suo potere.