Yahoo Italia Ricerca nel Web

Risultati di ricerca

  1. Sapia Salvani ( Siena, 1210 circa – Colle di Val d'Elsa, 1278 circa) è stata una gentildonna senese, protagonista di un episodio nel Purgatorio dantesco . Stemma Salvani. Sapia in una illustrazione di Gustave Dorè. Biografia.

  2. Sapìa - Enciclopedia - Treccani. Gentildonna senese (sec. 13º), della famiglia Salvani, moglie di Ghinibaldo Saracini. Invidiosa dei suoi concittadini, si rallegrò della loro disfatta a Colle (1269); per questo, Dante la colloca in Purgatorio tra gli invidiosi ( Purg. XIII, 100-154).

  3. Sapìa. Appartenne alla famiglia senese dei Salvani (era zia di Provenzano, incluso da Dante fra i superbi della I Cornice del Purgatorio) e fu sposa di Ghinibaldo di Saracino, signore di Castiglioncello presso Monteriggioni (citato da Dante nella similitudine di Inf ., XXXI, 41 relativa ai giganti ).

  4. Dunque non solo invidiosa, per giunta assistendo a uno scontro nel quale il nipote Provenzano era rimasto ucciso, ma anche bestemmiatrice, Sapìa Salvani sarebbe stata salvata dalle preghiere di un santo uomo che aveva una bottega di pettini in Siena, onde il nome di Pier Pettinagno.

  5. Sapia Salvani: ghibellina di nascita e guelfa per “ripicca”. Sapia nasce a Siena intorno al 1210 e appartiene alla grande casata dei Salvani, il più rappresentativo casato ghibellino. Zia del celebre Provenzano racchiude in sé tutte le contraddizioni del periodo storico in cui si svolge la sua vicenda umana. Sposa Ghinibaldo di Saracino ...

  6. 16 nov 2019 · Quest’uomo viene nominato da Sapìa Salvani, la donna con cui Dante sta parlando e che si trova tra gli invidiosi per l’astio che ebbe verso Siena quando era in vita, di cui si pentì solo in punto di morte. Sapìa parla dell’uomo come colui che, grazie alle sue preghiere, rese più breve la sua permanenza nell’Antipurgatorio.

  7. Il personaggio in questione è Sapìa Salvani, nobildonna senese di parte guelfa, zia di Provenzan Salvani, fu talmente invidiosa dei suoi concittadini ghibellini da desiderare la sconfitta di Siena rallegrandosi per il massacro della battaglia di Colle di Val d'Elsa del 1269, in cui morì suo nipote.