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  1. L'assedio di Sarajevo, avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, è stato il più lungo assedio nella storia bellica della fine del XX secolo, protrattosi dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996.

  2. La guerra in Bosnia ed Erzegovina è stato un conflitto armato combattuto tra il 1º marzo 1992 e il 14 dicembre 1995, fino alla stipula dell'accordo di Dayton, che pose ufficialmente fine alle ostilità.

  3. 5 apr 2022 · La "Gerusalemme d'Europa", anche così è chiamata Sarajevo perché convivono 4 confessioni religiose, venne assediata 30 anni fa dalle truppe serbe e serbo-bosniache.

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    • Di euronews e ansa
    • Le Prime Vittime Dell'assedio, Suada E Olga
    • Dall'holiday Inn, I Colpi Dei Cecchini Sulla Folla
    • Più Di Mille Giorni Di Assedio, più Di 11 Mila Vittime
    • Monsignor Pero Sudar, Ordinato Vescovo Sotto Le Bombe
    • Mustafa Ceric, Gran Muftì Di Bosnia Dal 1993 Al 2012
    • La Speranza Vana Che La Città sarebbe Stata Risparmiata
    • Un Conflitto Che Nessuno riuscì Ad Evitare, Dopo Gli Ultimatum
    • Sarajevo 1992, Come Kiev 2022
    • Sudar: l'UE Aiuti La Bosnia A Diventare Uno Stato Normale
    • Ceric: L'orrore Della Strage Al Mercato, Nel Mio Compleanno

    Ma non è stato l’assedio di Suada Dilberović, studentessa di medicina di quasi 24 anni, musulmana di Dubrovnik, che doveva laurearsi un mese dopo domenica 5 aprile, quando era in testa alla manifestazione degli studenti per la pace. Fu colpita al petto per prima, mentre in migliaia gridavano “Non permetteremo a nessuno di distruggere Sarajevo”. Poc...

    A mezzogiorno, dalle finestre del quinto piano dell’Holiday Inn, che poi sarebbe diventato la base operativa dei giornalisti di tutto il mondo durante l’assedio, cecchini serbi spararono sulla folla che applaudiva il riconoscimento dell’indipendenza da parte della Comunità Europea, prima nel mucchio e poi mirando alla testa. Alla suite 503 alloggia...

    La guerra si sarebbe chiusa solo il 21 novembre 1995, con la firma della pace di Dayton. In mezzo, solo a Sarajevo, più di 11.500 morti tra i quali 2 mila bambini, e 52 mila feriti, tra i circa 280 mila abitanti rimasti, spesso, senza acqua, luce e gas. In tutta la Bosnia ed Erzegovina, si conteranno più di 100 mila morti, quasi un milione di sfoll...

    È stato anche l’assedio di monsignor Pero Sudar che, nell’aprile del 1992, era rettore del Seminario arcivescovile, e che nel maggio 1993 san Giovanni Paolo II ha nominato vescovo ausiliare di Sarajevo, accanto al cardinale Vinko Puljic. Sudar, 71 anni a luglio, si è ritirato nell’ottobre 2019, “per lasciare spazio ai giovani sacerdoti – ci dice - ...

    Non era in città invece Mustafa Ceric, il 70 enne Gran Muftì emerito di Bosnia, leader della Comunità islamica del Paese dal 1993 al 2012, oggi presidente del Centro per il dialogo “Al-Wasatiyya” (Moderazione) di Sarajevo. Nel 1997, insieme ai massimi rappresentanti delle altre due religioni principali del Paese, la cristiana (con ortodossi e catto...

    Ci racconta che da imam di Zagabria, dal 1987, si era reso conto “dell’imminente dissoluzione della Jugoslavia”, ma che nella comunità islamica bosniaca, e a Sarajevo in particolare, c’era invece “la forte sensazione che la Bosnia sarebbe stata risparmiata da qualsiasi conflitto”. “Era difficile comprendere – ci dice - questa apparente tranquillità...

    Nelle ampie interviste che pubblichiamo, i due testimoni dell’assedio di Sarajevo concordano sull’impossibilità di evitare il conflitto, nel 1992, davanti all’ultimatum dei serbo-bosniaci: o uniti con la Serbia in una Jugoslavia ridotta, o avrebbero proclamato la loro Repubblica disgregando la Bosnia-Erzegovina e facendo fuggire musulmani e croati ...

    Riconoscono entrambi le drammatiche analogie con la guerra in Ucraina, e la logica sbagliata, secondo il vescovo Sudar, di uno Stato, un popolo, che si sente minacciato o fa finta, e pensa di proteggersi attaccando”. E guardano all’Unione Europea. Il Gran Muftì onorario per chiedere a Bruxelles di “non tenere ancora la Bosnia in attesa alla sua por...

    Il vescovo ausiliare emerito di Sarajevo ha meno fretta, convinto che se oggi, “per la minaccia della Russia, si sbrigassero a far entrare la Bosnia-Erzegovina nell’Ue” questo non risolverebbe automaticamente i problemi. Prima, spiega, “l’Unione Europea deve aiutare il mio Paese a diventare uno Stato normale”, risolvendo le contraddizioni create co...

    Negli occhi e nella memoria del secondo testimone, il Gran Muftì emerito di Bosnia Mustafa Ceric, c’è ancora, indelebile, il massacro al mercato di Markale, nel cuore di Sarajevo, il 5 febbraio 1994, quando morirono 68 civili e 144 furono feriti. “Non solo perché il 5 febbraio è il mio compleanno – ci spiega nell’intervista che di seguito pubblichi...

    • I musei che raccontano l’assedio di Sarajevo. In città ci sono 3 musei che raccontano l’assedio di Sarajevo e l’orrore della guerra che si consumò nei territori dell’ex Jugoslavia negli anni ’90.
    • Il Tunnel di Sarajevo. Il tunnel di Sarajevo fu costruito dagli assediati della città e fu terminato a metà del 1993. Il percorso collegava la città ad un’altra parte del territorio bosniaco, passando sotto alla zona neutrale dell’aeroporto controllato dalle Nazioni Uniti.
    • Le rose di Sarajevo. Camminando per la città è facile imbattersi in quelle che vengono chiamate le rose di Sarajevo. Sono i buchi lasciati dai colpi dei mortai durante la guerra e che i cittadini hanno deciso di riempire con una specie di cera rossa in ricordo del sangue che lì è stato versato.
    • Il Markale. Le due più tragiche stragi compiute durante l’assedio di Sarajevo sono state quelle al Markale, il mercato cittadino. Il primo, il 5 febbraio 1994, causò 68 morti e 144 feriti.
  4. 4 apr 2022 · Una dissoluzione che ha provocato una guerra, la prima dal 1945 in Europa, e l’assedio, il più lungo della storia moderna, della città di Sarajevo con una stima di vittime superiore alle 12mila...

  5. 2 mar 2016 · Sarajevo ancora oggi racconta la vita che gli abitanti conducevano durante l’assedio: su alcuni palazzi crivellati di colpi sono rimasti i segnali di pericolo cecchini, o che avvertivano la presenza di bande armate.