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  1. Portata in un campo di concentramento nazista, Nicole, un'ebrea adolescente, vede morire i suoi genitori nella camera a gas. Una disperata paura di morire spinge la ragazza a concedersi freddamente ai suoi aguzzini e a schierarsi dalla loro parte tradendo la sua razza. Nicole diventa una Kapò, cioè la feroce guardiana delle sue compagne di sventura. Al campo di lavoro arriva un gruppo di ...

  2. kapò /ka'pɔ/ s. m. e f. [voce ted., comp. delle sillabe iniziali di Kamerad "camerata" e Polizei "polizia"]. - 1. (stor.) [nei campi di concentramento nazisti, detenuto addetto al mantenimento dell'ordine e della disciplina fra i prigionieri].

  3. 12 giu 2023 · Nel febbraio del 2006, in un comizio prima delle elezioni politiche, Berlusconi si paragonò al Messia: "Io sono il Gesù Cristo della politica, una vittima. Sopporto tutto, mi sacrifico per tutti ...

  4. www.cgtv.it › film-dvd › kapoKapò – Cgtv.it

    Il dramma dei lager nazisti affrontato partendo dai più intimi sentimenti umani: paura, odio, orgoglio, amore. L’adolescente ebrea Nicole, condotta in un campo di concentramento, pur di salvarsi la vita è disposta a prostituirsi ai nazisti e mettersi al loro servizio come Kapò, severa guardiana delle altre prigioniere.

  5. Kapò è un DVD di Gillo Pontecorvo - con Susan Strasberg , Laurent Terzieff.Lo trovi nel reparto Drammatico di Feltrinelli: risparmia online con le offerte Feltrinelli!

  6. www.treccani.it › enciclopedia › tagKapo - Treccani

    kapò. kapò Nel gergo dei campi di concentramento nazisti (ted. Kapo composto delle iniziali di Kamerad «camerata» e Polizei «polizia»), il detenuto (di solito per reati comuni) che aveva la responsabilità della [...] disciplina nelle baracche, e organizzava il lavoro dei compagni di prigionia all’interno e fuori del campo, ricorrendo ...

  7. 27 gen 2024 · Kapò venne candidato all’Oscar come miglior film in lingua straniera, ma a livello internazionale è forse più nota la polemica animata dal critico dei “Cahiers du cinéma” Jacques Rivette che definì “abietto” il tentativo di rendere spettacolare qualcosa di indicibile come la morte, nello specifico il carrello usato per descrivere il suicidio di Emmanuelle Riva.