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Švitrigaila per Alessandro Guagnini. Švitrigaila ( circa 1370 – 10 de febrer de 1452) fou el Gran Duc de Lituània de 1430 a 1432. [1] Va passar la major part de la seva vida en grans lluites dinàstiques contra els seus cosins Vytautas i Žygimantas Kęstutaitis .
L'esercito di Švitrigaila, guidato da Zygmund Korybut, fu diviso dall'esercito attaccante lituano-polacco, guidato da Mykolas Žygimantaitis, e pesantemente sconfitto. L' Ordine livoniano aveva subito una grande sconfitta, talvolta paragonata a quella che era stata inflitta ai Cavalieri teutonici a Grunwald nel 1410 .
La guerra civile lituana del 1432–1438 fu un conflitto per la successione al trono del Granducato di Lituania, dopo la morte di Vitoldo il Grande nel 1430 senza eredi. La guerra venne combattuta su un fronte da Švitrigaila, alleato dei Cavalieri Teutonici, e sull'altro da Sigismund Kęstutaitis, sostenuto dal Regno di Polonia. La guerra minacciava infatti di troncare l'Unione di Krewo, l ...
To neutralize Švitrigaila's popularity with Ukrainian and Belarusian subjects Jagiełło and Žygimantas granted the Orthodox equality with the Catholics (1432). For a while he preserved his control over the Ukrainian territories of the Grand Duchy of Lithuania , but after 1438 he ruled only Volhynia and eastern Podilia.
A luglio, Švitrigaila condusse l'esercito dell'ordine a sud di Vilnius (Medininkai, Ashmyany, Šalčininkai) sperando di occupare la capitale: si trattò delle ultime incursioni teutoniche compiute nella Lituania Propria. Nell'aprile 1403, i lituani e i samogiti reagirono saccheggiando Dünaburg in Livonia.
Skirgaila ( Latin: Schirgalo; [1] Belarusian: Скіргайла; Polish: Skirgiełło, also known as Ivan / Iwan; ca. 1353 or 1354 – 11 January 1397 in Kiev ( Kyiv ); baptized 1383/1384 as Casimir) was a regent of the Grand Duchy of Lithuania for his brother Jogaila from 1386 to 1392. He was the son of Algirdas, Grand Duke of Lithuania, and ...
L'8 dicembre 1432 gli eserciti di Švitrigaila e Sigismondo si scontrarono nella battaglia di Ašmjany. Švitrigaila aveva chiesto l'aiuto di Sayid Ahmad I, Khan dell'Orda d'Oro, e scritto a papa Eugenio IV e al Concilio di Firenze nella speranza di ottenere supporto con la promessa dell'unione della Chiesa locale sotto l'egida del pontefice.
