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  1. 2 giorni fa · Conosciuto con l'appellativo stupor mundi (" meraviglia o stupore del mondo"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male.

  2. 1 giorno fa · Qui si legano storie, leggende, invocazioni e miracoli, episodi che ancora oggi si intrecciano con le ormai consumate vicende secolari della città partenopea: da Corradino di Svevia a Masaniello, fino ad arrivare all’età contemporanea con i funerali di Totò e in tempi più recenti quelli di Mario Merola.

  3. 1 giorno fa · A Napoli sul porto, nella Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore risalente al XIII secolo (primo documento del 1268 della presenza dei Carmelitani a Napoli, quando i cronisti descrivono il luogo, nella piazza del Mercato antistante, del supplizio di Corradino di Svevia e nel 1647 di Masaniello) il volto con la pelle un po’ scura, per cui viene chiamata col Nome di Santa Maria ...

  4. 5 giorni fa · One of the most notable historical figures bearing the name Corradino is Corradino di Svevia, also known as Conradin or Conrad the Younger. He was the last direct scion of the Hohenstaufen dynasty, a noble German family that had significant influence in the Holy Roman Empire during the Middle Ages.

  5. 5 giorni fa · Federico II di Svevia e i banchetti meravigliosi. La sua figura (XIII sec.) rimane una delle più importanti della storia, e a lui si deve il merito di aver riunito le culture di tre civiltà: normanna, araba e greco-latina.

  6. 5 giorni fa · Giovanna II, detta “la pazza”, 1373-1435, fu regina di Napoli.Discendeva in linea diretta da Carlo I d’Angiò, primo re angoino, colui che fece decapitare l’infelice Corradino di Svevia – sceso a sud dalla Germania con un esercito a reclamare l’eredità del nonno, l’imperatore Federico II – sulla piazza del Mercato.

  7. 2 giorni fa · “A tavola con Federico II° di Svevia ci si sedeva con stile”, annotava anni orsono il collega Attilio Tibollo, “si affrontava i temi meno cruenti, ma non per questo irrilevanti per quello spirito poliedrico. Sedeva con musici, rumanzaturi, maestri di fabbrica, belle donne”.