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  1. 2 giorni fa · Nonostante ciò, Carlo I d’Angiò in realtà non vi abitò mai. Dopo la sua morte, il suo successore Carlo II nel 1285 vi trasferì la corte e lo fece ristrutturare e ampliare, chiamando i maggiori artisti dell’epoca.

  2. 2 giorni fa · Carlo II morì senza eredi e, secondo il suo testamento, la corona passò alla dinastia dei Borbone nella persona di Filippo II, Duca d'Angiò, figlio secondogenito di Luigi di Francia, a sua volta figlio di Luigi XIV e di Maria Teresa d'Asburgo (sorella di Carlo II), inaugurando così il ramo spagnolo dei Borbone.

  3. 3 giorni fa · Voluto da Carlo d’Angiò, il maniero era noto come Castel Nuovo per distinguerlo da Castel dell’Ovo e Castel Sant’Elmo. La definizione di Maschio Angioino deriva dalla storpiatura del termine medievale “mastio” , affiancato dall’aggettivo “ angioino “.

  4. www.taccuinigastrosofici.it › ita › newsLiber de coquina

    5 giorni fa · Liber de coquina. Questo trattato anonimo fu redatto a Napoli alla Corte di Carlo II dAngiò tra il 1285 ed il 1309. Varie ipotesi sono state avanzate per quanto riguarda la sua paternità; molti elementi farebbero restringere il campo su tre personaggi vissuti nella capitale dei primi due re angioni: Ferragutti, Lambdino, Braysilva.

  5. 4 giorni fa · Anche via mare Gaeta era circondata da sue navi. Molto presto da Napoli giunse Re Carlo II d’Angiò che pose a Formia il suo quartier generale. Compreso, che la città di Gaeta non si sarebbe arresa, ed avendo Re Carlo alle spalle, Giacomo si sentì in trappola.

  6. 5 giorni fa · Solo successivamente, nel 1289, Carlo II d'Angiò fece costruire una cinta muraria lunga 900 metri, tra le più grandi in Europa, intervallata da numerose torri, solo in parte sopravvissute all'incuria e all'usura del tempo; tra queste la Torre della Regina è quella che regala il colpo d'occhio migliore, con lo sguardo che dall'alto ...

  7. 1 giorno fa · La crisi cominciò con la morte di Ferdinando II di Napoli, cui succedeva il figlio Alfonso II. I baroni napoletani della congiura del 1485, che si erano rifugiati in Francia, convinsero il re Carlo VIII a scendere in Italia approfittando della precaria situazione del regno meridionale e a rivendicare l’eredità angioina.