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  1. 5 giorni fa · Qui troviamo la pittura del Quattrocento fiorentino con tavole d’altare di Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi, Perugino ed altri eccelsi pittori.La sala è stata dotata di un impianto di climatizzazione e di luci a LED, così come tutte le altre, mettendola in sicurezza grazie al restauro e del ripristino delle capriate.

  2. 5 giorni fa · Particolarmente prestigiosa è la collezione di dipinti a fondo oro dal Duecento al primo Quattrocento, periodo nel quale l’Italia ha vissuto l’apice della pittura su tavola, tipicamente in forma di polittico, prodotto per decorare gli altari delle chiese.

  3. 2 giorni fa · Deposizione dalla Croce è una pala d'altare tempera su tavola (176x185 cm) realizzata tra il 1432 ed il 1434 dai pittori Beato Angelico e Lorenzo Monaco. Commissionata da Palla Strozzi per la sagrestia di Santa Trinita (all'epoca Cappella Strozzi), è conservata al Museo nazionale di San Marco di Firenze.

  4. 1 giorno fa · Venere e Marte è un dipinto a tempera su tavola (69x173 cm) di Sandro Botticelli, databile al 1482-1483 circa e conservato alla National Gallery di Londra.

  5. 5 giorni fa · Se l’impianto compositivo, la gestualità e alcuni dettagli sono indizi dell’influenza di Andrea del Verrocchio, il maestro di Leonardo, nel suo insieme l’opera ha già in sé i tratti caratteristici della pittura del genio vinciano, che qui osserviamo in un momento di svolta.

  6. 1 giorno fa · La tavola a regola d’arte. Cibo più arte: la ricetta perfetta per risvegliare tutti i sensi. Soprattutto in tavola, dove le nuove mise en place disegnano scenografie ad effetto e trasformano i momenti conviviali in uno spettacolo d’autore, capace di suscitare acquolina ed emozioni. L’arte di apparecchiare, infatti, non è solo un piacere ...

  7. 3 giorni fa · Si tratta di una di quelle vicende dell’arte che ha dell’incredibile, a cui si aggiunge peraltro che oltre ad essere l’unica opera muraria concepita dall’artista per durare nel tempo, fu anche uno degli ultimi e più sentiti lavori di Keith Haring, letto come una sorta di testamento pittorico.