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  1. spregiudicato. agg. e s. m. (f. - a) [der. di pregiudicare, col pref. s- (nel sign. 1), ma sentito come der. di pregiudizio (con s- nel sign. 4)].

  2. spregiudicato [der. di pregiudicare, col pref. s- (nel sign. 1)]. - agg. 1. [libero da pregiudizi: un uomo, uno scrittore, un pensatore s.] ≈ ‖ anticonformista, anticonvenzionale. ↔ ‖ conformista, convenzionale.

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  4. agg. 1 Che pensa e agisce in modo disinvolto e libero da pregiudizi, da condizionamenti di sorta, anche morali SIN anticonformista: ragazza s. 2 Privo di ogni scrupolo: politico s. avv....

  5. CO che giudica con assoluta libertà da preconcetti e pregiudizi, che manifesta piena indipendenza di pensiero, di modi, di atteggiamenti, ecc.: intellettuale, scrittore spregiudicato | di atteggiamento di pensiero, libero da ogni condizionamento.

  6. Parola bellissima, usata in senso più negativo e malizioso di quanto non sia in realtà. Lo spregiudicato non è infatti il temerario, lo spavaldo, l’incosciente sconsiderato - o meglio, non solo: lo spregiudicato è ciò che si muove con agilità, senza timori né vincoli.

  7. spregiudicato ‹spre·giu·di··to› agg. e s.m. (f. -a) agg. Che dimostra mancanza di condizionamenti e pregiudizi: un giovane s. un linguaggio s. agg. Privo di scrupoli: un imprenditore s. s.m. (f. -a ). Persona priva di pregiudizi o di scrupoli: sono degli s. 'spregiudicato' si trova anche in questi elementi: