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  1. Vaclav Fomič Nižinskij (in russo Вацлав Фомич Нижинский?; in polacco Wacław Niżyński; Kiev, 28 dicembre 1889 – Londra, 8 aprile 1950) è stato un ballerino e coreografo russo di origine polacca, anche noto come Nijinsky, Nijinski o Nijinskij a seconda dei metodi di traslitterazione.

  2. Allievo della Scuola imperiale di ballo a Pietroburgo, nel 1908 entrò a far parte della compagnia di S. P. Djagilev; dotato di mezzi eccezionali, fu uno dei migliori danzatori del balletto russo; fu anche eccellente coreografo ( Après midi d'un faune, 1912; Le sacre du printemps, 1913; Till Eulenspiegel, 1916); nel 1916 fu colpito da malattia me...

  3. Biography. Nijinsky in Krasnoye Selo, 1907. Vaslav Nijinsky was born in 1889 [1] [2] or 1890 [3] in Kiev, Russian Empire (now Ukraine ), as Wacław Niżyński, to ethnic Polish parents, touring dancers Tomasz Niżyński (b. 7 March 1862) and Eleonora Bereda (b. 28 December 1856). Nijinsky was christened in Warsaw.

  4. Vaclav Fomič Nižinskij (Kiev 1889 – Londra 1950) nasce dai due ballerini polacchi Thomas Laurentiyevich Nižinskij e Eleonora Bereda. Dopo l’infanzia trascorsa nel Caucaso coi due fratelli, Stanislav – che aveva riportato dei danni celebrali dopo un incidente – e Bronislava – futura ballerina e coreografa, che nell’infanzia ...

  5. Vaclav Fomič Nižinskij è stato un ballerino e coreografo russo di origine polacca. Considerato uno dei ballerini più dotati della storia, divenne celebre per il suo virtuosismo e per la profondità e intensità delle sue caratterizzazioni.

  6. Vaclav Fomič Nižinskij fu un ballerino e coreografo ucraino di origine polacca nato a Kiev il 12 marzo del 1890. E' universalmente riconosciuto essere uno dei ballerini più dotati della storia per la sua bravura e per l'intensità delle sue interpretazioni.

  7. Vaclav Fomič Nižinskij (1890 – 1950), ballerino e coreografo russo di origine polacca. Diari [ modifica] Ho detto molte volte che la carne è una cosa cattiva. Non mi capiscono. Loro pensano che la carne sia una cosa indispensabile. Vogliono sempre carne. Quando hanno finito di mangiare loro ridono. (p. 14)