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  1. Le fonti antiche parlano di battaglie. e sul corpo per terrorizzare i nemici. I Celti preferivano la guerriglia alle battaglie in campo aperto e combattevano nudi, come gli eroi dei loro miti. Ecco alcune testimonianze di fonti antiche sul loro comportamento in guerra. L’armatura dei Celti è proporzionata alla grandezza dei loro corpi ...

  2. Questa guerra doveva mettere fine alle scorrerie verso il Sud dei popoli celtici, che rappresentavano una paura ancestrale nel subconscio collettivo dei Romani, legata al saccheggio dell’Urbe nel 390 a.C., ma anche una minaccia

  3. A partire dagli archetipi omerici del guerriero, per arrivare alla fine dell'importanza delle fanterie in età tardo antica, attraverso lo studio di equipaggiamenti, evoluzioni tattiche, battaglie, viene descritta l'evoluzione storica dell'esercito greco romano. Download Free PDF.

    • Massimiliano Di Fazio
  4. guerra doveva mettere fine alle scorrerie verso il Sud dei popoli celtici, che rappresentavano una paura ancestrale nel subconscio collettivo dei Romani, legata al saccheggio dell’Urbe nel 390 a.C., ma anche una minaccia tuttora rea-le; lo aveva appena dimostrato l’ennesima grande battaglia consumata a Talamone, a soli tre giorni di marcia ...

  5. Le guerre romano-celtiche racchiudono una serie di conflitti il cui inizio viene fatto risalire ai primi decenni del IV secolo a.C., quando la prima invasione storica della penisola da parte dei Celti mise a repentaglio la stessa sopravvivenza di Roma .

  6. Il rispetto delle procedure formali era necessario affinché ideologia romana della guerra è dominata, specie nei primi secoli, da uno stretto rapporto con la sfera del sacro. La guerra era regolata da complessi rituali, cui era preposto il collegio sacerdotale dei fetiales.

  7. Microsoft Word - celti-p1 v1.2.doc. "La memoria conta veramente - per gli individui, le collettività, le civiltà - solo se tiene insieme l'impronta del passato e il progetto del futuro, se permette di fare senza dimenticare quel che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare". (Italo Calvino)