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Testi del V secolo a.C. Traduzioni di Ettore Romagnoli.
ANTIGONE: O rocca paterna del suolo tebano, e voi, Numi antenati, mi traggono via: non v'è indugio. Vedete, o signori di Tebe, che debbo soffrir, da quali uomini, perché pïetosa volli essere, io, sola superstite del sangue dei re.
Antigone (in greco antico: Ἀντιγόνη?, Antigónē) è una tragedia di Sofocle, rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 442 a.C. L'opera appartiene al ciclo di drammi tebani ispirati alla drammatica sorte di Edipo, re di Tebe, e dei suoi discendenti.
ANTIGONE Questo pretesto tu lo puoi usare, ma io me ne andrò a innalzare il sepolcro all'amato fratello. ISMENE Per te, sorella, incomincio a tremare. ANTIGONE Pensar non devi a me, ma alla tua sorte. ISMENE A nessuno tu devi rivelare il tuo piano, come anch'io farò. ANTIGONE Gridalo invece più forte che puoi, il contrario odioso mi sarà ...
ANTIGONE - Polinice non era suo schiavo, ma suo fratello. CREONTE - Polinice voleva saccheggiare la patria, Eteocle la difendeva. ANTIGONE - Le leggi della morte rendono tutti uguali.
Informazioni sulla fonte del testo. . Primo episodio. Secondo episodio. . [p. 270 modifica] PRIMO CANTO INTORNO ALL’ARA. coroStrofe I Molti si dànno prodigi, e niuno meraviglioso piú dell’uomo.
ΑΝΤΙΓΟΝΗ. ¨¬.²4¶9¼AÁGÇ Ὦ κοινὸν αὐτάδελφον Ἰσμήνης κάρα, (2µ¹½BÅIÊOÏ ἆρ' οἶσθ' ὅ τι Ζεὺς τῶν ἀπ' Οἰδίπου κακῶν. («,°2µ8º½ÀFÇ ὁποῖον οὐχὶ νῷν ἔτι ζώσαιν τελεῖ;. ©«/³·»?ÁGÇLÌ Οὐδὲν γὰρ οὔτ' ἀλγεινὸν οὔτ' ἄτης ἄτερ. 5©®2¶:¼@ÁHÉLÎ οὔτ' αἰσχρὸν οὔτ' ἄτιμόν ἐσθ' ὁποῖον οὐ. ©1´¶º?¿EÅJÊ τῶν σῶν τε κἀμῶν οὐκ ὄπωπ' ἐγὼ κακῶν.
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