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  1. mausoleo di Bona Sforza. L’alterazione più notevole avvenuta nella Basilica nel XVI secolo fu l’inserimento nell’abside centrale della chiesa superiore del mausoleo di Bona Sforza (1494-1557). Nata a Vigevano nel 1494, ed educata nel castello di Bari, Bona divenne nel 1517 regina di Polonia, moglie del re Sigismondo I il Vecchio.

  2. Questo l 'Orario settimanale delle lezioni di Secondo Semestre dell'a.a. 2023-2024, nei due file per il Primo ed il Secondo Anno di Corso di Laurea. Trovate qui di seguito il Calendario dell'anno accademico 2023-2024, dell'Istituto Universitario Bona Sforza, con indicate le principali festività nazionali dei Paesi delle 9 Lingue straniere ...

  3. La Scuola Superiore per Mediatori Linguistici Bona Sforza di Bari, alla conclusione del primo ciclo Triennale, rilascia titoli di studio equivalenti a tutti gli effetti ai diplomi di Laurea rilasciati dalle Università italiane al termine dei corsi afferenti alla Classe di Laurea L-12 in Scienze della Mediazione Linguistica.

  4. 22 feb 2023 · Bona Sforza, una regina europea Nell'archivio di Stato di Bari i documenti che testimoniano l'attività politica della regina, la cui immagine è stata offuscata dai nemici. 22/02/2023.

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    • Maria Grazia Lombardi,Vincenzo Corbacio
  5. La SSML Bona Sforza, con sede legale e operativa a Bari, è inserita di diritto nell'elenco degli Istitutti Universitari di Regione Puglia. Gli studenti che intendano presentare domanda di Borsa di Studio, devono rivolgersi quindi ad ADISU, Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Regione Puglia.

  6. 23 mag 2016 · Bona Sforza as a widow in 1551. (Public Domain) Bona was never very happy in Poland and when she got older she wanted to reunite with her relatives. She went back to Italy, where she hoped to enjoy her beloved art, cuisine, and sun. Unfortunately for her, just one year later she was poisoned by a man named Gian Lorenco Pappacoda.

  7. Bona Sforza e Sigismondo I seppero creare un clima culturalmente fertile nel Granducato, capace di stimolare il pensiero autoctono e le attività intellettuali: basti pensare a Niccolò Copernico, che proprio in quel periodo si dedica allo studio del sapere astronomico e all’elaborazione della sua opera rivoluzionaria (De rivolutionibus orbium coelestium, 1543).