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  1. Corrado di Turingia (in tedesco: Konrad von Thüringen, noto anche come Corrado Raspe) ( 1206 – Roma, 24 luglio 1240) fu il quinto Gran maestro dell'Ordine teutonico dal 1239 al 1240. Langravio di Turingia dal 1231 al 1234, fu il primo gran nobile che aderì all'Ordine. Indice. 1 Biografia. 2 Ascendenza. 3 Note. 4 Altri progetti. Biografia.

  2. Corrado di Wettin, detto il Grande (1097 circa – Petersberg, 5 febbraio 1157), fu margravio di Meißen dal 1123 sino a quando non rinunciò al trono il 30 novembre 1156 e margravio di Lusazia dal 1136 al 30 novembre 1156.

  3. Corrado di Turingia (in tedesco: Konrad von Thüringen, noto anche come Corrado Raspe) ( 1206 – Roma, 24 luglio 1240) fu il quinto Gran maestro dell'Ordine teutonico dal 1239 al 1240. Langravio di Turingia dal 1231 al 1234, fu il primo gran nobile che aderì all'Ordine.

  4. italiawiki.com › corrado-i-di-turingiaCorrado I di Turingia

    Corrado I di Turingia (ca. 1206 - 24 luglio 1240) è stato il quinto gran maestro del dal 1239 fino alla sua morte Ordine Teutonico. Come figlio del langravio di Turingia fu il primo importante nobile a far parte di questo ordine militare. Ciclo vitale.

  5. it.wikipedia.org › wiki › CorradinidiCorradinidi - Wikipedia

    I Corradinidi o Corradiani erano una dinastia di conti e duchi della Franconia tra l' VIII e l' XI secolo; e duchi di Svevia fra il X e l'XI secolo. Il nome deriva dal margravio di Turingia Corrado il Vecchio e suo figlio re Corrado I di Franconia . Indice. 1 Storia. 2 Note. 3 Voci correlate. 4 Altri progetti. Storia.

  6. Egli è ora vicino al cognato di Elisabetta, Corrado di Turingia, nell’idea di volere destinare l’ospedale non più agli Ospitalieri bensì all’Ordine teutonico, sorto in Terra Santa nel 1191 all’epoca della III crociata per assistere i pellegrini che arrivavano dalla Germania.

  7. Il direttore spirituale Corrado arrivò persino a frenare i desideri di privazione e di carità della sua assistita, poiché pensava che fosse meglio per una vedova benestante utilizzare le sue ricchezze per fare l’elemosina, piuttosto che rinunciare ad esse per vivere in povertà volontaria.