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  1. Genrich Grigor'evič Jagoda (in russo Генрих Григорьевич Ягода?; Rybinsk, 7 novembre 1891 – Mosca, 15 marzo 1938) è stato un politico e militare sovietico, membro della GPU e poi capo del Commissariato del popolo per gli affari interni (NKVD). Genrich Jagoda, al centro, ispeziona la costruzione del canale di ...

    • politico, Commissario generale della sicurezza di stato
  2. Jagoda, Genrich Grigor´evič nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani. Uomo politico sovietico (1891-1938); di origine ebraica, il suo vero nome era Herschel Jehuda. Aderì alla frazione bolscevica nel 1907, e (1920) divenne uno dei dirigenti della Čeka (poi GPU), o polizia politica segreta, di cui fu poi a capo.

  3. Genrich Grigor'evič Jagoda (10 luglio 1934 - settembre 1936) Nikolaj Ivanovič Ežov (settembre 1936 - dicembre 1938) Lavrentij Pavlovič Berija (dicembre 1938 - dicembre 1945)

  4. 15 ott 2023 · Per ovviare al problema, il capo dell’OGPU (la polizia segreta del regime) e il diretto responsabile del sistema gulag, nelle persone di Genrich Grigorevič Jagoda e Matvej Berman, presentano a Stalin un “grandioso progetto” – come gli alti rappresentanti amano definirlo.

  5. Genrich Grigor'evič Jagoda (1891 – 1938), politico e militare sovietico, capo dell'NKVD. Citazioni su Genrich Grigor'evič Jagoda [ modifica] Alla testa della «rifondata» organizzazione [della NKVD [1]] viene posto Genrich Jagoda, il quale aveva percorso tutta la carriera di poliziotto del regime sotto Dzerzinski prima, e Menzinski poi.

  6. Genrich Grigor'evič Jagoda (in russo Генрих Григорьевич Ягода?; Rybinsk, 7 novembre 1891 – Mosca, 15 marzo 1938) è stato un politico e militare sovietico, membro della GPU e poi capo del Commissariato del popolo per gli affari interni (NKVD). Genrich Jagoda, al centro, ispeziona la costruzione del canale di Mosca

  7. Nel febbraio 1933, Genrich Grigor'evič Jagoda, capo della GPU, la polizia segreta sovietica, e Matvei Berman, responsabile dei Gulag, presentarono a Stalin (testuali parole) il "grandioso progetto" che avrebbe previsto la ricollocazione forzata in Siberia e Kazakistan di circa 2 milioni di persone.