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12 nov 2019 · Definizione: L’ anadiplosi è la figura retorica di parola che consiste nella ripetizione nella frase successiva della parola, o delle parole, con cui si conclude la frase precedente. Il termine anadiplosi deriva dal greco anadíplosis, e significa duplicare, raddoppiare.
Anadiplosi. L' anadiplosi (dal greco antico ἀναδίπλωσις?, anadíplōsis, "duplicazione"), o raddoppiamento, anticamente detta anche epanastrofe o reduplicatio, è una figura retorica che consiste nella ripetizione dell'ultimo elemento di una proposizione all'inizio della seguente, al fine di rimarcare il legame tra le due.
anadiplosi. anadiplòṡi s. f. [dal lat. tardo anadiplosis, gr. ἀναδίπλωσις, der. di ἀναδιπλόω «raddoppiare»]. – Figura retorica che consiste nella ripresa di una parola per dare maggior efficacia all’espressione; per es.: e mi rimproveri tu, tu che sei colpevole non meno di me!;
L’anadiplosi è una figura retorica che consiste nella ripetizione dell’ultima parola o gruppo di parole di una frase o di un verso all’inizio della frase o del verso successivi. Può quindi essere usata sia in poesia sia in prosa.
Anadiplosi Enciclopedia on line Figura retorica che consiste nella ripetizione dell’ultima parte di un segmento sintattico (prosa) o metrico ( verso ) nella prima parte del segmento successivo; risponde a una semantica di tipo aggiuntivo e la seconda occorrenza è un’espansione della prima: «Noi assistiamo […] grandi malati: malati di ...
Nella retorica classica e nella linguistica testuale moderna il termine anadiplosi (lat. conduplicatio, adiectio, reduplicatio, e in greco anche epanidiplōsis «reduplicazione», epanastrophē «ritorno», palilloghìa «ripetizione») indica ogni ripetizione di parole in quanto «ripetizione dell’uguale» tra due segmenti discorsivi di cui ...
29 nov 2018 · Anadiplosi, dal greco antico ἀναδίπλωσις, anadíplosis, “duplicazione”. Anticamente detta anche epanastrofe o reduplicatio. Anadiplosi: esempi. Ecco un esempio di anadiplosi, tratto dalla Retorica ad Erennio (4, 38): “Sono tumulti, tumulti domestici ed intestini quelli che tu prepari, Caio Gracco”.